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Perché oggi i radioamatori sono ancora indispensabili nella Protezione Civile

Nell’era dei sistemi digitali avanzati, delle reti TETRA, DMR e satellitari, può sembrare che il ruolo dei radioamatori nella Protezione Civile appartenga al passato.
Eppure, ogni volta che la natura o gli eventi mettono alla prova il sistema, sono proprio loro — i radioamatori — a garantire il collegamento vitale quando tutto il resto si interrompe.

Qui c’è un esempio sul campo non di 40 anni fa ma riferito all’ultimo alluvione che ha colpito due anni fa l’Emilia Romagna dove i Radioamatori “non erano lì per caso”..ma perchè siamo presenti capillarmente sul territorio. I colleghi fanno parte del CRER CER (ARI RE Emilia Romagna)

Qui sopra nel video di due anni fa pubblicato a suo tempo in questo nostro sito, c’è un audio (estrapolato da 36 ore di registrazioni avvenute sul Ripetitore R4a del monte Ghebbio (RA) un esempio recente e concreto: l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna nel maggio 2023.
Le esperienze concrete parlano più di ogni teoria.
Durante l’emergenza Emilia-Romagna 2023, le radiocomunicazioni tra la Prefettura di Ravenna e i numerosi COC e COM dell’Appennino romagnolo furono garantite da una ventina di radioamatori ARI e ARI-RE, di cui cinque operatori residenti sul posto, che operarono ininterrottamente giorno e notte, assicurando un servizio esemplare e di assoluto rilievo tecnico.
Parallelamente, anche la rete istituzionale lombarda TLC fornì supporto con propri mezzi e tecnici specializzati, contribuendo a garantire copertura radio e assistenza ai volontari presenti sugli scenari alluvionati, in piena sinergia con le strutture locali della Protezione Civile.
Un documento audio-video di quell’intervento – “Alluvione Emilia-Romagna 2023 – Prefettura di Ravenna e radioamatori sul territorio alluvionato” – testimonia in modo inequivocabile il ruolo insostituibile del radioamatore e la complementarità tra reti istituzionali e volontariato tecnico nelle situazioni di emergenza reale.

ARI-RE Lombardia ODV rappresenta oggi una struttura riconosciuta, convenzionata anche con Regione Lombardia sino al 2027 per la Colonna Mobile Regionale, 135 volontari radioamatori iscritti in primario al Registro Territoriale Regionale del Volontariato, formati e operativi nel sistema regionale di Protezione Civile.
Di questi, 12 operatori sono abilitati all’uso dei mezzi TLC della Colonna Mobile Regionale concessi in comodato d’uso, mentre altri 20 soci partecipano come esperti e tecnici radio all’interno delle squadre TLC provinciali coordinate da Regione. Altri 35 volontari sono attualmente in formazione, sia per l’attestato di P.C. sia per la preparazione tecnica specifica ARI-RE.

La nostra Associazione ha sempre lasciato massima libertà ai propri soci di aderire ai nuclei TLC provinciali: la collaborazione e lo scambio di competenze sono un valore aggiunto, non certo un problema.
Nel Registro Territoriale Regionale, per ragioni tecniche legate alla piattaforma gestionale, i venti nostri soci volontari inseriti nelle TLC provinciali risultano iscritti in primario presso altre associazioni per poter operare nei team TLC . È una scelta coerente e condivisa con l’obiettivo comune: garantire il miglior funzionamento possibile del sistema di Protezione Civile lombardo.

Una rete viva, autonoma e complementare

È doveroso ricordare che la rete ARI-RE non si limita alle frequenze radioamatoriali tradizionali analogiche: siamo presenti su tutto il territorio nazionale con oltre 1.200 ponti ripetitori,(+ 200 nodi) di cui circa 40 analogici attivi in Lombardia sotto gestione ARI, e con una rete DMR proprietaria dei radioamatori che copre oltre l’80% del territorio regionale. A queste infrastrutture si affiancano i nostri sistemi digitali, Winlink (radio-mail), reti HF, VHF, UHF, geolocalizzazione e soluzioni di connettività satellitare e nomadica dedicate alle comunicazioni di emergenza. La nostra rete è aperta, ma utilizzata esclusivamente da operatori formati e accreditati, che conoscono perfettamente frequenze, protocolli e procedure operative da attivare in base alla morfologia del territorio e al tipo di criticità Nessuno di noi, operatori di ARI-RE Lombardia ODV, ha mai pensato che le nostre reti possano o debbano sostituire l’infrastruttura complessa e avanzata del sistema TLC regionale.
Ma la storia delle emergenze insegna che anche nei sistemi più evoluti può verificarsi un punto di interruzione critico: un guasto, una saturazione, una perdita di connettività che isolano il CCS o interrompono il flusso verso il “quartier generale”. È proprio in quei momenti che una rete indipendente, autonoma e già collaudata diventa essenziale per ristabilire rapidamente il contatto con i livelli di comando e controllo, anche solo con pochi messaggi mirati. I nostri operatori sanno come, dove e con chi andare in radio — e non a caso.

Il valore delle nostre comunicazioni radio “alternative” non è quello di replicare la complessità del sistema, ma di garantire il primo anello di sopravvivenza della comunicazione quando tutto il resto tace:
la possibilità di dire «qui ci siamo, questa è la situazione, queste sono le priorità» — un segnale semplice, ma decisivo per la catena dei soccorsi.

Dall’Emilia-Romagna alla Rete Zamberletti: i fatti che parlano Le esperienze concrete parlano più di ogni teoria.
Durante l’emergenza Emilia-Romagna 2023, come evidenziato in alto, i collegamenti radio garantiti da ARI e ARI-RE ARI CER in E.R.) tra la Prefettura di Ravenna, i COM e il Dipartimento di Protezione Civile hanno mantenuto per oltre 4 giorni la continuità informativa, in un contesto dove gran parte delle infrastrutture tradizionali erano in difficoltà.
Un filmato di quelle prime ore, oggi inserito nel nostro programma formativo, ricorda come la radio — nelle mani di operatori preparati — resti uno strumento essenziale di resilienza.

Non a caso, il Ministero dell’Interno continua a mantenere e rafforzare la Rete Nazionale Zamberletti, che a maggio 2026 raggiungerà la sua 500ª prova operativa. Una rete che integra Prefetture, Vigili del Fuoco, Forze Armate e radioamatori ARI e ARI-RE in un sistema unico, perfettamente coordinato e riconosciuto come componente viva del modello di Protezione Civile italiano.

La nostra missione: non perdere mai la voce del territorio

Le reti di radioamatori di Protezione Civile, con operatori formati e distribuiti sul territorio, sono nate proprio per questo: assicurare la continuità minima e immediata di comunicazione tra le istituzioni e il campo, integrando e non sostituendo i sistemi principali.
In ogni emergenza, l’obiettivo resta lo stesso: non perdere mai la voce del territorio.

Ecco quindi il motivo della nostra costante presenza radio sul territorio lombardo, con un servizio concreto e quotidiano offerto a gruppi comunali e associazioni di Protezione Civile, attraverso le nostre maglie radio dedicate e il supporto operativo durante esercitazioni e attivazioni reali.
Allo stesso tempo, proseguiamo nel nostro impegno di formazione e divulgazione, affinché sempre più operatori comprendano l’importanza della radio come strumento di sicurezza, coordinamento e resilienza del sistema.

Una risorsa a costo zero per la collettività

Il valore dei radioamatori non è solo tecnico, ma anche economico e civico:
le nostre infrastrutture, i nostri mezzi e il nostro tempo sono completamente volontari, senza oneri per le istituzioni ( ad eccezione di un contributo per il comodato d’uso di tre mezzi di regione della CMR a noi assegnati). Ogni ponte radio, ogni antenna, ogni collegamento nasce dall’impegno personale e dalla passione di operatori che mettono competenze, attrezzature e disponibilità al servizio della comunità. In un’epoca in cui la sicurezza dipende sempre più da sistemi costosi e centralizzati, i radioamatori rappresentano la ridondanza più economica e affidabile che esista: una rete autonoma, indipendente dalle infrastrutture commerciali, capace di riattivarsi in pochi minuti ovunque e in qualsiasi condizione (non affittiamo a pagamento nodi e ripetitori postazioni strategiche e tralicci da aziende commerciali per i nostri nodi e rpt).

ARI-RE Lombardia ODV non compete con le reti istituzionali— le completa, offrendo l’ultimo livello di sicurezza comunicativa in caso di blackout totale o di ritardi nella mobilitazione dei team TLC istituzionali.

Essere radioamatori di Protezione Civile non significa vivere di nostalgia, ma di preparazione, territorio e servizio. Anche se qualche radioamatore inseritI nelle reti istituzionali si chiedono: “le Comunicazioni alternative in banda radioamatoriale: hanno ancora senso?” Ebbene si!
Da oltre quarant’anni, con professionalità e spirito volontario, siamo sempre pronti a comunicare — ovunque e comunque — perché la voce della solidarietà non deve mai spegnersi.

Nella foto Il Prefetto di Ravenna, dott. Castrese De Rosa, ha sottolineato durante il suo intervento alla cerimonia in un post sui social ad un anno dell’alluvione dell’E.R., l’importanza dei radioamatori durante l’emergenza alluvionale, evidenziando il loro ruolo cruciale nel mantenere le comunicazioni tra i Comuni e il Centro Coordinamento Soccorsi istituito in Prefettura. Ha definito i radioamatori una risorsa straordinaria e una componente indispensabile del Sistema di Protezione Civile. Il Prefetto ha ringraziato i radioamatori per aver permesso le comunicazioni quando tutto il resto era interrotto durante quei giorni drammatici. Presenti quel giorno oltre agli OM che erano stati operativi, Alberto IK2GAO presidente sez. ARI Magenta e il nostro Presidente ARI Alessio Sacchi IZ4EFN.

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