Il presidio mobile della comunicazione d’emergenza
Se la Rete Zamberletti è un pilastro delle telecomunicazioni alternative in Italia, le postazioni mobili C.R.M.O. ne rappresentano oggi la spina dorsale operativa. Questo articolo accende i riflettori su un sistema in continua evoluzione, dove tecnologia e impegno volontario si fondono in una rete nazionale capace di intervenire “sempre, ovunque e comunque”.
Sulla Rete Zamberletti, nel corso degli anni, Radio Rivista e altri media, hanno già dato ampia documentazione, ripercorrendone nascita, evoluzione e ruolo strategico nel sistema di Protezione Civile. In questa occasione, vogliamo porre l’attenzione su un elemento diventato importante nelle esercitazioni coordinate con le Prefetture: le C.R.M.O. – Centri Radio Mobili Operativi.
Si tratta di vere e proprie postazioni mobili autonome, allestite su mezzi attrezzati con sistemi radio multibanda, antenne ad apertura rapida e alimentazione indipendente. Le C.R.M.O. sono pensate per operare in emergenza, quando le infrastrutture fisse risultano danneggiate o non disponibili, assicurando la continuità delle comunicazioni istituzionali attraverso collegamenti HF, VHF e UHF ridondanti.


Nel contesto delle esercitazioni “Zamberletti”, i C.R.M.O. vengono attivati e dislocati all’interno del territorio delle Prefetture coinvolte, in luoghi individuati come sensibili dal punto di vista logistico e operativo: ospedali, aeroporti, aree esondabili, centri di coordinamento o zone densamente abitate. Se, per esempio, vengono coinvolte 50 Prefetture, alcuni territori saranno coperti da una postazione operativa, garantendo una rete radio mobile diffusa, tempestiva e affidabile
Negli ultimi mesi, alcune esercitazioni hanno evidenziato il ruolo strategico dei C.R.M.O. in contesti altamente significativi. A Bresso, alle porte di Milano, la rete è stata attivata presso il Centro Nazionale di Formazione della Croce Rossa Italiana. A Bormio, in Valtellina, sono state testate le comunicazioni in vista delle prossime Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. A Travacò Siccomario, comune frequentemente colpito da alluvioni alla confluenza tra il Ticino e il Po, le attività hanno messo in evidenza l’importanza della tempestività e della resilienza del sistema radio. In Alto Adige, il C.R.M.O. ha operato nell’area di Brunico a supporto delle attività della Prefettura di Bolzano, mentre nel Lazio è stata attivata una postazione operativa in Ciociaria, nel territorio di Guercino, a coordinamento della vasta area di Roma e provincia. A Bergamo presso l’ospedale da campo dell’ANA a Orio al Serio, a Catania con il C.R.M.O. a Caltagirone, a Como con C.R.M.O. a Olgiate Olona ed altre.

La cosiddetta “task force Zamberletti” è una realtà consolidata, composta da radioamatori delle Sezioni ARI e volontari ARI-RE, formati e coordinati per rispondere a qualsiasi scenario. Un gruppo coeso, professionale, capace di collaborare con le istituzioni in modo discreto ma efficiente. In oltre quarant’anni di attività, questa squadra ha contribuito concretamente a rendere la Rete Zamberletti un riferimento nel campo delle radiocomunicazioni d’emergenza a livello nazionale.


L’organizzazione delle esercitazioni inizia già al termine della prova precedente. Il coordinamento tecnico della Rete Zamberletti è affidato a Giannino Romeo, I2RGV, tra gli ideatori del progetto fin dalle sue origini. Giannino è stato formalmente riconosciuto anche a livello istituzionale: il suo nome compare infatti nella Gazzetta Ufficiale tra i responsabili designati per le attività di radiocomunicazione alternative di emergenza, a conferma del ruolo strategico da lui ricoperto sia nella fase progettuale che nello sviluppo operativo della rete. figura storica e instancabile, che con il supporto di altri colleghi redige l’elenco delle Prefetture da attivare e coordina i contatti con Marina Militare, Comandi dei Vigili del Fuoco, Dipartimento della Protezione Civile, Presidenza ARI e, in alcuni casi, anche con la Repubblica di San Marino. Il Ministero dell’Interno invia le comunicazioni ufficiali agli enti coinvolti, dando il via alla prova che si svolge in HF, sia in fonia che in digitale (PSK31), secondo un modello operativo rodato ed efficace.
Nelle prime 72 ore da un evento reale, le Prefetture rappresentano il primo nodo attivo della rete emergenziale. In seguito, è la funzionalità dei Centri Operativi Misti (COM) a fare la differenza sul territorio. Purtroppo, ad oggi, solo una parte delle Prefetture italiane dispongono dei COM realmente attivi e attrezzati con postazioni radio.
Dal lontano 1985, quando la “Rete di Radiocomunicazioni Alternative di Emergenza” prese forma con il decreto Zamberletti-Gomez — e, dal 2023, ufficialmente denominata “Rete Zamberletti” — fino a giugno 2025, sono state svolte 489 esercitazioni mensili.
Un numero che testimonia la continuità, la costanza e la professionalità con cui migliaia di radioamatori dell’ARI e dell’ARI-RE hanno contribuito, volontariamente, a costruire e mantenere una delle reti radio di emergenza più stabili e capillari d’Europa.
Oggi, grazie anche all’impiego dei C.R.M.O., la Rete Zamberletti continua a dimostrare la sua attualità, la sua efficacia e – soprattutto – il valore umano e tecnico di chi la fa vivere, ogni giorno, in silenzio e con passione.
IK2ILW Maurizio Andreozzi
Presidente ARI RE Lombardia ODV
“Comunicare sempre ovunque comunque”